Alzheimer: uso prolungato dei farmaci aumenta rischio di morte


Il risultato di uno studio (ISRCTN33368770) condotto da scienziati del King’s College di Londra e pubblicato su Lancet Neurology. La ricerca è stata effettuata tra ottobre 2001 e ottobre 2004 su 128 pazienti con il morbo di Alzheimer, in eta’ compresa tra i 67 e i 100 anni, che vivevano in strutture di assistenza. Alla meta’ dei pazienti sono stati somministrati farmaci antipsicotici, all’altra meta’ un semplice placebo.


Alzheimer: Allarme Da Studio Gb, Alcuni Farmaci Peggiorano Malattia


Oxford - Quetiapina e rivastigmina, due farmaci comunemente utilizzati negli anziani con demenza o morbo di Alzheimer, in realta' non avrebbero alcuna efficacia. Peggio ancora, protrebbero avere effetti negativi. In particolare la quetiapina, che rischierebbe addirittura di raddoppiare la velocita' con cui la malattia progredisce. A lanciare l'allarme e' uno studio inglese (BMJ 2005;330:874) pubblicato sul 'British Medical Journal' redatto da due psichiatri Robin Jacoby dell'universita' di Oxford e Clive Ballard dell'Istituto di Psichiatria del King's College di Londra. La ricerca e' stata condotta su 93 residenti di una casa di riposo, con problemi comportamentali quali agitazione, ansia e delirio legati a demenza o Alzheimer. Gli anziani sono stati suddivisi in tre gruppi: il primo trattato con quetiapina, il secondo con rivastigmina e il terzo con placebo. Le condizioni dei pazienti sono state poi valutate a distanza di sei settimane e dopo ventisei settimane. Ebbene, i dati hanno rivelato che nessuno dei due farmaci riduceva lo stato di agitazione dei malati: gli effetti osservati erano identici a quelli del placebo. Inoltre, rispetto ai controlli, la rivastigmina risultava peggiorare leggermente lo stato cognitivo dei pazienti, mentre la quetiapina arrivava a raddoppiare la velocita' con cui progredivano la perdita di memoria e la comparsa di deficit cognitivi.